Sulla modifica del Codice degli Appalti c'è un forte dibattito

3 marzo – La modifica del  codice degli appalti è un argomento che scalda gli animi e fa molto discutere. Per il leader della Lega Salvini sarebbe da azzerare come dichiara in un intervista alla Radio RTL 102.5: “Penso che il virus ci imponga velocità e serietà, quindi azzerare la burocrazia e il Codice degli appalti significa creare migliaia e migliaia di posti di lavoro“, sostituendolo “con la normativa europea. Chi ha visto che cosa è successo a Genova -ha aggiunto il leader del Carroccio- ha capito: si possono fare grandi opere pubbliche senza tangenti, senza ritardi, senza incidenti sul lavoro, azzerando la burocrazia. Quello che si è fatto a Genova si può fare a Reggio Calabria, a Roma, a Milano, a Napoli. Penso che qualunque amministratore sappia che i 209 miliardi che ci metterebbe a disposizione l’Europa possono essere spesi se si tagliasse la burocrazia“. 

Con posizioni più moderate troviamo Donatella Tesei, Presidente della Regione Umbria e coordinatrice della Commissione Affari Europei della Conferenza delle Regioni, che dichiara al sole 24 ore: “È indispensabile una riforma del codice degli appalti che renda più veloce ed efficace l’esecuzione dei progetti. Servono delle semplificazioni in materia di autorizzazioni e delle procedure di spesa per il sistema delle Regioni e degli enti locali, “ingessato” dall’attuale normativa. C’è inoltre l’esigenza di un “Piano di rafforzamento amministrativo” nazionale con l’immissione di nuove forze fresche e di un Fondo rotativo per la progettazione, perché solo una progettazione anticipata e seria permette la messa a terra con celerità degli interventi»

 Dello stesso parere è anche il rappresentante dell’UPI, Luca Menesini Presidente della Provincia di Lucca, intervenendo in audizione in Senato sul Recovery Plan, sottolinea come «il tema delle semplificazioni è strategico: senza un taglio netto ai passaggi burocratici rischiamo di perdere l’occasione del Recovery».

Il Governo «entro i prossimi quindici giorni licenzierà il testo definitivo – ha detto Menesini – un documento nel quale ci aspettiamo di ritrovare confermato il pieno coinvolgimento delle rappresentanze di Comuni, Province e Regioni nella programmazione, gestione e attuazione del Piano, assicurando il protagonismo dei territori. Le associazioni di rappresentanza degli enti locali, l’Upi per quanto riguarda le Province, devono avere un ruolo chiaro e definito nei tavoli e nelle sedi che saranno definiti per affrontare i singoli temi, a partire da quelli strategici, come la Cabina di regia centrale per l’attuazione del Pnrr, il Comitato per la transizione digitale, il Comitato per la transizione ecologica. Ai senatori – ha concluso Menesini – chiediamo di mantenere sempre attivo questo confronto, che ad oggi ha prodotto risultati importanti rispetto al miglioramento del Piano italiano».

La posizione intransigente è invece adottata dal sindacalista Carletti Cgil che dichiara: “Il Codice degli appalti va applicato integralmente nei cantieri contro lo sfruttamento e la concorrenza sleale, e per evitare l’allungamento dei tempi di realizzazione degli interventi”: Carletti (Cgil Firenze).“A Firenze si sono realizzate opere, come la tramvia, applicando il Codice e tutto è stato fatto in modo controllato e veloce. Per contrastare lo sfruttamento della manodopera, per evitare allungamenti dei tempi di realizzo, per evitare concorrenza sleale è necessario applicare integralmente il codice degli appalti. Occorre potenziare gli uffici tecnici assumendo le figure professionali necessarie e capaci, qualificando e accorpando le stazioni appaltanti. Sarebbe utile digitalizzare le procedure di gara e evitando il massimo ribasso, introdurre il Durc per congruità, premiare la qualità delle offerte presentate e la qualificazione delle aziende. Una cosa non riusciamo proprio a comprendere: perché un’opera si dovrebbe realizzare in minor tempo, se nessun controllo e nessun filtro si applicano prima, durante e dopo la sua realizzazione?” (https://cgilfirenze.it/)

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